11 aprile, 2006

Il 5 per mille per "La Sapienza"







Il 5 per mille per "La Sapienza"


La legge finanziaria di quest'anno consente ai contribuenti di destinare il 5 per mille alle università.

Questa donazione non comporta per le famiglie nessun costo aggiuntivo e non modifica la nostra scelta dell'8 per mille a cui da anni siamo abituati.

Perciò chi vuole, quest'anno, può sostenere con il 5 per mille delle proprie imposte le università pubbliche italiane.

Noi, docenti e ricercatori dell' Università di Roma "La Sapienza" , invitiamo i contribuenti ad accogliere l'invito a destinare il 5 per mille alla nostra Università.

Sostenere l'università e la ricerca è una scelta civile, culturale e politica. E può diventare anche una risposta alle crescenti riduzioni di finanziamenti che rischiano di far perdere vigore all'università pubblica italiana.
Emanuela Piemontese

10 aprile, 2006

Una pagina da rileggere, oggi: "I doveri della classe dirigente"

De Officiis / Dei Doveri
di
Marco Tullio Cicerone
(104 a.C. - 43 a.C.)
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Nell'autunno del 44 a.C. Cicerone scrive un trattato, il De officiis - Dei doveri , e lo dedica al figlio Marco che sta studiando filosofia ad Atene, in Grecia. Il trattato esce postumo perché, nel dicembre del 43 a.C., Cicerone viene ucciso, nella sua villa di Formia, dai sicari di Antonio.
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Come si legge nella pagina dedicata al trattato ciceroniano nell'enciclopedia Wikipedia "Cicerone cerca nella filosofia la formulazione di una morale della vita quotidiana, che permetta all'aristocrazia romana di riacquistare il controllo sulla società. La base filosofica è offerta da uno stoicismo moderato, rispettoso della tradizione e dell'ordine politico-sociale, privo di fanatismi, e ben deciso nel rifiuto dell'etica epicurea del disimpegno. Nel De officiis Cicerone conferma la funzione 'pedagogica' del suo lavoro di divulgazione filosofica".
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In generale, quelli che si dispongono a governare lo Stato, tengano ben presenti due precetti di Platone: primo, curare l'utile dei cittadini in modo da informare ad esso ogni loro azione, dimentichi e incuranti dei propri interessi; secondo, provvedere a tutto l'organismo dello Stato, affinché, mentre ne curano una parte, non abbiano a trascurare le altre. Invero, come la tutela di un pupillo, così il governo dello Stato deve esercitarsi a vantaggio non dei governanti, ma dei governati.
D'altra parte, quelli che provvedono a una parte dei cittadini e ne trascurano un'altra, introducono nello Stato il più funesto dei malanni: la discordia e la sedizione; onde evitare che alcuni appaiano amici del popoli, altri fautori degli ottimati; ben pochi sono devoti al bene di tutti. Di qui nacquero in Atene grandi discordie; di qui scoppiarono nella nostra repubblica, non solo sedizioni, ma anche rovinose guerre civili; mali, questi, che un cittadino austero e forte, degno di primeggiare nello Stato, fuggirà con orrore: consacrandosi interamente allo Stato, senza cercare per sé né ricchezza né potenza, egli lo custodirà e lo proteggerà tutto quanto, in modo da provvedere al bene di tutti i cittadini. Inoltre, con false accuse, egli non ecciterà né odio né disprezzo contro alcuno. (...)
Negli Stati liberi, ove regna l'uguaglianza del diritto, bisogna anche dar prova di una certa arrendevolezza, e di quella che suol chiamarsi padronanza di sé."
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(Edizione Classici greci e latini - Oscar Mondadori, a cura di Dario Arfelli, 1994)
Emanuela Piemontese

02 aprile, 2006

PAROLE IN LIBERTA'. Un'analisi statistica e linguistica di Sergio Bolasco, Luca Giuliano, Nora Galli de' Paratesi


Sergio Bolasco
Luca Giuliano
Nora Galli de' Paratesi

PAROLE IN LIBERTA'
Un'analisi statistica e linguistica
Manifestolibri, Roma, 2006
Mi si consenta solo una riflessione nel segnalare l'uscita del volume fresco di stampa (marzo 2006) "Parole in libertà".
Gli Autori del volume partono dalla svolta, presunta o reale, nel linguaggio politico italiano, segnata dal Berlusconi "politico", a partire cioè dalla sua discesa in campo fino ad oggi.
Per cercare di capire (e far capire agli altri) se e di quale svolta si possa parlare, Sergio Bolasco, Luca Giuliano e Nora Galli de' Paratesi scelgono l'approccio della statistica linguistica. A chi esercita il mestiere di linguista e/o di sociolinguista un'analisi qualitativa che si basi su un'analisi quantitativa pare l'approccio più corretto. A parlare, in questo volume, sono innanzitutto i dati raccolti con cura dagli Autori. Certo di questi dati gli Autori ci danno poi anche la loro lettura.
La riflessione che mi permetto di fare, ripeto, è una sola, ed è di tipo metodologico. Se vi è capitato di andare di recente in libreria, non può esservi sfuggito che, nell'imminenza delle elezioni, interi scaffali sono pieni di volumi e libretti dedicati alla lingua usata da Berlusconi politico, alla sua retorica, alla sua efficacia comunicativa, alla sua capacità di applicare alla politica il suo saper fare marketing eccetera, senza parlare delle numerose raccolte dei "detti e contraddetti" di Berlusconi e di molto altro. A chi fa altri mestieri questo può apparire un argomento di moda accanto a tanti altri e perciò, come tutte le mode, deve obbedire anch'esso alle regole del mercato. Ma a noi così non pare: lingua, cultura e società sono un trinomio ben più complesso di una qualsiasi altra moda.
Lasciar parlare i numeri, anche quando si tratta di discutere di parole e di lingua, di usi e costumi degli utenti della lingua, non è una pratica molto diffusa e ancor meno molto amata in Italia. Eppure "uscire dall'impressionismo" e dai facili sensazionalismi di una comunicazione mediatica veloce, solo apparentemente brillante e, a volte, fin troppo disinvolta, a me pare un dovere civile e politico, oltre che scientifico.
Insomma occorrerebbe ricordare sempre, e ora più che mai, che parlare di lingua e di democrazia, parlare di libertà e di parole (e non solo di parole in libertà) è tutt'uno. E soprattutto che si tratta di cose terribilmente serie.
Perciò, se imparassimo, tutti, a basare di più le nostre affermazioni su dati, al di là delle nostre analisi e letture degli stessi, faremmo un passo avanti nella comprensione della realtà che ci circonda. Se e quanto questa poi ci piaccia o non ci piaccia è davvero un altro discorso. Politico, of course!
Emanuela Piemontese