16 dicembre, 2009

Perché?



Intendo scrivere di mio pugno un biglietto di auguri di pronta guarigione al nostro Premier. Incredibile? Ma vero! Perché?



1) Perché credo che domenica scorsa una persona sia stata vittima di un gesto sbagliato e ingiusto. Sbagliato e ingiusto perché violento.

2) Perché ho provato una profonda (e sincera) pena per una "persona" sofferente, nel corpo e nell'anima, rimasta incredula di fronte a tale violenza. Credo che sia umano provare comprensione e rispetto nel momento del dolore, del dolore di chiunque!

3) Perché ho provato la stessa pena anche per l'aggressore, se è vero che si tratta di una "persona" sofferente di disturbi psichici. Solo chi non ha mai avuto contatto -diretto o indiretto- con persone o famiglie con questi problemi non sa che dolore sia sentirsi impotenti e soli di fronte a tale sofferenza (o malattia).

4) Perché, pur non appartenendo alla "parte politica" del nostro Premier di cui non condivido nulla (né le idee né le parole né i fatti), di fronte a una persona aggredita io sono (e sarò) sempre dalla sua parte. Spero che la dichiarazione di tanta differenza nelle idee (anche politiche) non sia letta come una stupida precisazione o puntigliosa sottolineatura, ma per quello che onestamente significa. Appunto, differenza di idee!

5) Perché le idee sono e saranno sempre importanti, come lo sono le parole e come lo sono i fatti. Ma io appartengo (e me ne vanto sempre, ora più di prima) a quella scuola di pensiero/idee che ci ha insegnato a distinguere sempre l'errore dall'errante. Ma chi ricorda più oggi (quando pensa, parla, agisce) questa sottile distinzione, la cui sottigliezza già allora appariva ai più solo uno stratagemma linguistico? Se qualcuno ricordasse e condividesse questa sottile distinzione non saremmo alla deriva cui siamo giunti anche nella comunicazione!

6) Perché io voglio sperare nell'intelligenza pronta del nostro Premier, messo a dura prova da questo grave episodio capitatogli affinché, tornando al suo lavoro istituzionale, guardi le cose che accadono ogni giorno intorno a noi con occhi nuovi. Con gli occhi di chi, pur essendo ricco, potente, corteggiato (e qui mi riferisco alla "corte" che lo circonda e lo rende, con la sua voglia di compiacerlo sempre e in tutto, più inviso di quanto forse da solo meriterebbe), scopre improvvisamente come ci si può sentire di fronte a qualunque dolore (fisico e morale).

7) Perché spero, dopo questa esperienza negativa, si adoperi per ridurre la volgarità e la violenza che da anni avvelenano il nostro Paese e regnano non solo tra le persone comuni, ma anche e soprattutto tra le persone che ci governano o ci rappresentano in Parlamento e che hanno scelto (loro!) di assumersi precise responsabilità erga omnes, come dovrebbe essere in un regime democratico.

8) Perché non consenta che l'episodio di domenica venga strumentalizzato a destra e a manca per accentuare l'asprezza dei toni, assumere decisioni avventate e antidemocratiche, avvelenando ancora di più il clima (in)civile ed esasperare l'ormai insopportabile scontro politico.

9) Perché credo che tutto quello che da questo episodio può scatturire rischia di ridurre la sofferenza del Premier a volgare merce di scambio. E, invece, io sono convinta della sincerità dello "stupore" del Premier di fronte alla violenza che inaspettatamente lo ha colpito nella sua "persona".

10) Perché spero che il nostro Premier apprezzi fino in fondo la solidarietà, l'umana comprensione e gli auguri di altre "persone" che la pensano sì diversamente da lui ma, in questa occasione, si preoccupano di e per lui, volendo e sapendo andare ben oltre le divergenze di idee, le parole e i gesti.

Cercare una risposta a tanti perché è per me un atto terapeutico, oltre che un piccolo gesto verso quella "distensione" che tutti pensano/dicono di volere, ma pochi si adoperano per realizzare.
Perché terapeutico? Perché anche noi, cittadini comuni, sentiamo il bisogno di dire basta a tanto sfacelo, a tanta rassegnazione, a tanti inutili clamori e rumori, a tanta ingiustizia, a tanta inciviltà. Cosa resta del nostro "bel paese"? Forse il nome commerciale di un formaggio popolare. Ben poco, ahinoi!

Auguro sinceramente al nostro Premier, Silvio Berlusconi, una pronta guarigione esortandolo a rivedere persone e cose con occhi nuovi.


Emanuela Piemontese



P.S. Ho apprezzato molto, in questa circostanza, Sabina Guzzanti, non solo per le sue parole e per le sue idee, ma per essersi esposta così apertamente esprimendole con tanta chiarezza.