06 dicembre, 2008

"Nella nebbia del burocratese": uno Speciale sul sito della Treccani



del burocratese


Fight the fog, “combatti la nebbia”: questo il titolo di un manualetto che circola negli ambienti della Unione Europea. La nebbia è quella dell’opaco, oscuro, talvolta astruso linguaggio amministrativo e burocratico, scritto negli uffici ma poco comprensibile dagli utenti. Tre esperti intervengono spiegando perché e qual è la situazione italiana.


Con queste parole di presentazione, è stato pubblicato ieri - sul portale della Treccani- uno Speciale dedicato al linguaggio amministrativo e burocratico italiano, nel quale appare anche un piccolo contributo della sottoscritta, La semplificazione del linguaggio amministrativo. Presupposti, strumenti e prospettive.
Mi permetto di segnalare questo evento agli eventuali frequentatori di Chiaro&Semplice per vari motivi.
Innanzitutto mi sembra giusto ricordare che esattamente quindici anni fa, alla fine di dicembre del 1993, appariva il Codice di stile, voluto dall'allora ministro della Funzione Pubblica, Sabino Cassese.
In secondo luogo la pubblicazione dello Speciale può costituire un'occasione per riproporre all'attenzione di tutti, della classe politica e della classe intellettuale in primis, la necessità di una qualità più elevata nella comunicazione pubblica e istituzionale italiana. Vale a dire una maggiore attenzione alla sua trasparenza: qualità piuttosto rara perché non sempre chi scrive sa (e/o vuole) coniugare la chiarezza linguistica con la precisione dei contenuti, nel rispetto del diritto alla comprensione da parte dei destinatari/cittadini. Anche in questo campo, purtroppo, non sempre bastano buona volontà e buone intenzioni. Occorrono tecniche e pratiche piuttosto complesse, ma spesso poco conosciute e praticate. E, in Italia, tali tecniche sono tuttora -mediamente- poco apprezzate da chi scrive non per sé, ma nell'adempimento dei propri doveri. Presso di noi, infatti, l'affettazione dell'oscurità, denunciata già nel Seicento da John Locke come una delle tante forme di abuso del linguaggio, fa più proseliti di quanto non si creda. E, incredibile a dirsi, a volte può arrivare ad abbagliare perfino chi ne è vittima, come preso dalla sindrome di Stoccolma.
Molta strada è stata fatta tuttavia in questi anni, come può testimoniare e documentare chiunque in questi anni abbia lavorato nelle (o a fianco delle) amministrazioni pubbbliche italiane più attive anche su questo tema. Ma la strada che resta da fare è molto lunga e faticosa, e non priva di contraddizioni e rischi.
Infine riteniamo che lo Speciale della Treccani possa costituire certamente un momento di bilancio dei risultati raggiunti e di quelli da raggiungere, ma è soprattutto un'occasione per alcuni per continuare con maggiore consapevolezza la lotta già da anni intrapresa alla "nebbia" del linguaggio burocratico e amministrativo, per altri per intraprenderla, sapendo di poter "ricominciare da tre", come il compianto Massimo Troisi insegna(va) a difendere le poche cose buone già fatte. Soprattutto se fatte da pochi, con tanta fatica e tantissimo ritardo.

Roma, 6 dicembre 2008