De Officiis / Dei Doveri
di
Marco Tullio Cicerone
(104 a.C. - 43 a.C.)
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Nell'autunno del 44 a.C. Cicerone scrive un trattato, il De officiis - Dei doveri , e lo dedica al figlio Marco che sta studiando filosofia ad Atene, in Grecia. Il trattato esce postumo perché, nel dicembre del 43 a.C., Cicerone viene ucciso, nella sua villa di Formia, dai sicari di Antonio.
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Come si legge nella pagina dedicata al trattato ciceroniano nell'enciclopedia Wikipedia "Cicerone cerca nella filosofia la formulazione di una morale della vita quotidiana, che permetta all'aristocrazia romana di riacquistare il controllo sulla società. La base filosofica è offerta da uno stoicismo moderato, rispettoso della tradizione e dell'ordine politico-sociale, privo di fanatismi, e ben deciso nel rifiuto dell'etica epicurea del disimpegno. Nel De officiis Cicerone conferma la funzione 'pedagogica' del suo lavoro di divulgazione filosofica".
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In generale, quelli che si dispongono a governare lo Stato, tengano ben presenti due precetti di Platone: primo, curare l'utile dei cittadini in modo da informare ad esso ogni loro azione, dimentichi e incuranti dei propri interessi; secondo, provvedere a tutto l'organismo dello Stato, affinché, mentre ne curano una parte, non abbiano a trascurare le altre. Invero, come la tutela di un pupillo, così il governo dello Stato deve esercitarsi a vantaggio non dei governanti, ma dei governati.
D'altra parte, quelli che provvedono a una parte dei cittadini e ne trascurano un'altra, introducono nello Stato il più funesto dei malanni: la discordia e la sedizione; onde evitare che alcuni appaiano amici del popoli, altri fautori degli ottimati; ben pochi sono devoti al bene di tutti. Di qui nacquero in Atene grandi discordie; di qui scoppiarono nella nostra repubblica, non solo sedizioni, ma anche rovinose guerre civili; mali, questi, che un cittadino austero e forte, degno di primeggiare nello Stato, fuggirà con orrore: consacrandosi interamente allo Stato, senza cercare per sé né ricchezza né potenza, egli lo custodirà e lo proteggerà tutto quanto, in modo da provvedere al bene di tutti i cittadini. Inoltre, con false accuse, egli non ecciterà né odio né disprezzo contro alcuno. (...)
Negli Stati liberi, ove regna l'uguaglianza del diritto, bisogna anche dar prova di una certa arrendevolezza, e di quella che suol chiamarsi padronanza di sé."
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(Edizione Classici greci e latini - Oscar Mondadori, a cura di Dario Arfelli, 1994)
Emanuela Piemontese
8 Comments:
...è davvero difficile trovare una citazione più adatta alla situazione attuale... Tenendo conto che viviamo in un paese davvero molto strano. "Malato", come dicono alcuni giornali? Non credo. O radicalmente ingannato, imbrogliato... Oppure davvero incosciente. (Paradossalmente preferirei la prima ipotesi). Comunque, anche di tutto questo, dovrà tenere conto il prossimo governo. Un saluto, Y
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