E' più forte di me! Da parecchi lustri ormai, il 31 dicembre di ogni anno non riesco a non pensare, quasi ossessivamente, al breve Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere che fa parte delle Operette Morali di Giacomo Leopardi (1).
Patti chiari e amicizia lunga, come si dice comunemente! Qui non c'entra né la presunta tristezza dello "sfortunato" Leopardi, né la visione pessimistica della vita attribuita al Poeta da una superficiale (quanto dura a morire) vulgata interpretativa del suo pensiero. Ancor meno c'entra un'infantile (o senile?) immedesimazione di chi scrive queste poche righe con cotanto Autore.
Le parole di Leopardi mi tornano in mente perché riescono a condensare in sole 400-500 parole i pensieri contrastanti che, di solito, attraversano la mente di tutti noi quando ci rendiamo conto che, formalmente o simbolicamente, stiamo girando una pagina del libro della vita.
Mi fanno riflettere non solo (o non tanto) l'incapacità del venditore di almanacchi di rispondere in modo convincente alle sottili domande o provocazioni del "passeggere" e la sua difficoltà a indicare almeno una motivazione razionale per cui l'anno nuovo debba essere più "felice" di quello che sta per passare (o è appena passato).
"Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?"
Che cosa risponde il venditore di almanacchi al passeggero che poi compra non un almanacco qualunque, ma il più bello? Risponde semplicemente: "Speriamo".
E' proprio questo semplice "speriamo!" che mi torna alla mente e mi fa riflettere.
Anche noi auspichiamo (e ci scusiamo con i più se sottolineiamo senza il ci davanti, come è dato sempre più frequentemente non solo ascoltare, ma anche leggere) che l'anno futuro sia un po' migliore di quello appena passato!
Però diciamocelo chiaramente: sperare non basta perché ciò succeda. Affidarsi al caso non è quasi mai la garanzia migliore perché le nostre speranze o i nostri desideri si realizzino.
Emanuela Piemontese
(1) Per pura curiosità precisiamo che le Operette Morali sono state pubblicate, nella prima edizione, dall'editore Stella di Bologna nel giugno del 1827. Giacomo Leopardi (1798-1837) aveva solo 29 anni quando uscirono. Leopardi, in verità, aveva consegnato le Operette già nel maggio del 1826. La pubblicazione subì qualche ritardo perché Leopardi si oppose alla proposta dell'editore Stella di inserire le Operette Morali nella collana "Biblioteca amena ed istruttiva per donne gentili".