Votare o non votare? Non dovremmo avere dubbi.
Occorre andare a votare, perché non farlo per questo Referendum sulla Costituzione significherebbe accettare -ancora una volta supinamente- quanto è stato deciso in modo unilaterale, senza vera discussione politica, né in Parlamento (tra i rappresentanti di tutti i cittadini) né fuori di esso (tra i cittadini e i loro rappresentanti).
La campagna informativa per questo Referendum è stata, a mio parere, carente sotto ogni aspetto, qualitativo e quantitativo. Quanti cittadini hanno capito che cosa succederà veramente se e quando dovesse vincere il "SI'"?
I politici del fronte del "NO" si sono posti questa domanda? Se sì, riescono a dormire sonni tranquilli? Da semplice cittadina, ormai da settimane, non riesco a non pensare che il 25 e 26 giugno siamo chiamati a decidere su qualcosa che riguarda il nostro ordinamento statale e la nostra vita democratica e non a scegliere il giardiniere del nostro giardino condominiale.
La nostra democrazia è giovane, troppo giovane, rispetto alle altre europee, per subire scossoni come quelli che la riforma approvata -da confermare o rifiutare col nostro voto- provocherebbe nell'ordinamento dello Stato.
Da più parti ci viene detto che la carta costituzionale, a sessant'anni dalla sua nascita, deve essere aggiornata, adeguata alle esigenze delle nuove società, nazionali e internazionali. Bene! Lo si faccia. Ma lo si faccia facendo capire anche a noi cittadini e comuni mortali come s'intende farlo. Soprattutto se poi, col nostro "sì" o col nostro "no", dobbiamo assumerci la responsabilità della decisione finale.
Ridurre, come purtroppo è stato fatto, l'informazione sulla riforma a quattro slogan solo apparentemente "comprensibili" ai più (li ha costruiti qualcuno che ha sapientemente usato alcuni argomenti anziché altri!) è un affronto alla nostra intelligenza. Un affronto che io ho sperato qualcuno lavasse con una sapiente opera di informazione o, meglio, di "controinformazione". Informazione fatta per tempo, in modo più deciso e anche più efficace.
Con questo post di oggi rompo un silenzio di parecchie settimane solo per esortare gli eventiali lettori ad andare a votare il 25 e 26 giugno. Con molta serenità, ma anche con la serietà che questo Referendum merita. Andarci tutti con un pizzico di informazione in più sarebbe (stato) meglio.
Avremmo potuto/potremmo capire, infatti, che votare "NO" è una necessità.
Dunque informiamici e invitiamo altri a farlo:
Leggiamoci anche i documenti pubblicati sui siti istituzionali come:
Andiamo a votare e poi ... si vedrà.
Emanuela Piemontese
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