27 febbraio, 2008

CONTRO L'ETICA DELLA VERITA' di Gustavo Zagrebelsky


Gustavo Zagrebelsky, Contro l'etica della verità,
2008, Laterza, collana «i Robinson / Letture»
pp. 192, € 15,00 - ISBN: 9788842085256
Possono bastare, a volte, poche parole di un libro per invogliare il lettore a procuraselo e a leggerlo.
Così è stato per me, leggendo su "la Repubblica" del 22 febbraio 2008, le parole con cui iniziava l'articolo di Gustavo Zagrebelsky:
Non si parla mai tanto di valori, quanto nei tempi di cinismo. Questo, a mio parere, è uno di quelli. Le discussioni e i conflitti sulle questioni che si dicono 'eticamente sensibili' (...) sono un'ostentazione di valori. Tanto più perentoriamente li si mette in campo, tanto più ci si sente moralmente a posto.
In tempi di cinismo acuto, come questo in cui viviamo, tutto sembra stravolto. Anche linguisticamente. Parole come etica, verità, valori, principi, democrazia ecc. sono usate dai singoli con sensi diversi, perfino opposti. Fino all'abuso e, a volte, all'arbitrio.
Perciò tutto ciò che ci aiuta a riflettere sulle cose della nostra vita, a cominciare dalle parole e dalle loro relazioni che queste hanno con le posizioni e le scelte politiche di chi le usa e decide della nostra vita, diventa un prezioso contributo nella ricerca del bandolo di matasse sempre più difficili da sbrogliare da soli. Un'ancora inossidabile, anche nei pelaghi più perigliosi, è sempre quella di guardare, con attenzione e intelligenza, ai fatti.
Emanuela Piemontese
Roma, 27 febbraio 2008

14 febbraio, 2008

Prostrati di tutt'Italia, unitevi!



Da lunedì prossimo, 18 febbraio 2008, avremo il piacere di circolare per le strade delle nostre città e trovare finalmente su un (mega)manifesto la risposta a una nostra domanda esistenziale. Sapremo finalmente -gratis- la causa del sempre più diffuso e profondo senso di prostrazione che ci attananaglia da (un bel po' di) tempo.
Ora tutto diventa chiaro!
I nostri politici stanno facendo sforzi titanici per semplificarci la vita. Loro scelgono con chi stare. Loro sanno chi è degno (secondo parametri chiari solo a loro) di essere chiamato a entrare nelle liste. Loro sanno non solo chi sono i chiamati, ma anche quelli che potranno essere gli eletti (lasciamo stare il Vangelo, per cortesia!). Manca solo che ci diano schede già con la croce sul simbolo, scelto sempre da loro! Non dubitiamo della Provvidenza che, per chi ha fede, è grande, si sa.
Insomma che vogliamo di più noi italiani? Sollevati (qui l'accento è sull'unica "a", e non sulla "e") da tanto peso, potremo, come tanti Lazzari, rialzarci e camminare.
Chi conosce il potere della parola, sa che essa, a volte, può fare miracoli! Lo diceva perfino Tino Scotti, ricordate? Speriamo solo che che l'effetto non sia quello un po' terra terra, promesso dalla réclame della Falqui!
Aspetto con ansia che una vignetta di Altan o qualche (meno raffinata) pasquinata mi liberi la mente da un "pensiero stupendo" che mi frulla nella testa da quando ho ascoltato lo slogan dalla viva voce del candidato Premier, in uno dei TG della Rai. Stupenda è, per la verità, solo la battuta possibile, qui irripetibile.
Per quanto mi riguarda so già che solo una risata mi rialzerà. Almeno momentaneamente. Forse.
Roma, 14 febbraio 2008
Emanuela Piemontese

09 febbraio, 2008

"Illetterati" e ... presuntuosi


Ha fatto giustamente notizia l'inchiesta dedicata da "la Repubblica" all'Italia dei laureati che non sanno scrivere, apparsa sull'inserto "R2" mercoledì scorso, 6 febbraio 2008 (pp. 33-34).
Chi passa la sua vita nelle aule scolastiche e universitarie sa bene che, anche in questo caso, la realtà supera spesso l'immaginazione. Gli esempi potrebbero essere davvero numerosi e presi, senza fatica, da molte fonti, giornali compresi. Per esempio, mi sono stupita (ma non scandalizzata) che, a proposito di "feti da rianimare", su uno dei più diffusi quotidiani italiani, per esempio, domenica 3 febbraio, si leggesse emorragia celebrale, ripetuto ben due volte in un articolo di una ottantina di righe. Follia dei correttori automatici dei word processor di Bill Gates? Non credo: semmai si tratterà di un piccolo episodio di "celebro reso", speriamo, momentaneamente !
Dicevo che l'inchiesta ha fatto notizia, provocando in alcune anime candide stupore o addirittura scandalo. Chi l'anima, invece, se la danna giorno dopo giorno, anno dopo anno, nelle scuole e nelle università, chiede da anni, anzi da decenni, alle diverse forze di governo che si sono succedute e si succedono, una maggiore e migliore attenzione ai temi dell'istruzione e della formazione in Italia. Se ci fosse davvero una siffatta attenzione non assisteremmo, ad ogni legge finanziaria, alla decurtazione degli investimenti, di per sé già troppo al di sotto della media europea, proprio in questi settori.
Personalmente sono grata ai giornalisti che hanno riportato i dati sull'analfabetismo italiano, sui laureati italiani che non leggono e sui motivi che i laureati non-lettori adducono per giustificare la loro scarsa propensione alla lettura. Non è così frequente che i giornali decidano di dedicare, di questi tempi, due intere pagine all'illetteratismo dei nostri laureati, potendole dedicare alle forme degli anelli e agli sms che Carla Bruni e Nicolas Sarkozy si sono scambiati prima, durante e dopo le loro nozze (ma alla fine si sono sposati davvero o no? Non mi sarò persa qualche puntata?).
Scherzi a parte, piacerebbe innanzitutto a noi che ci occupiamo di scrittura o, più generalmente, di competenza comunicativa nelle scuole e nelle università, sapere che lo stupore e lo scandalo (giustificati solo nei non-addetti ai lavori) siano riusciti a far scattare l'allarme rosso nelle stanze e nelle teste giuste perché le scuole e le università pubbliche abbiano le risorse (spazi, strumenti, personale) adeguate ai bisogni reali degli studenti e della loro formazione.
Nel 2000, nella mia Facoltà, per esempio, grazie a un piccolo apporto di denaro fresco, siamo risuciti a mettere in piedi 5 Laboratori di "scrittura controllata" per i neo-immatricolati. Abbiamo raggiunto così circa 150 studenti, su alcune migliaia di iscritti, più alcuni studenti stranieri, in Italia col progetto di scambio comunitario Erasmus. Oggi, nel 2008, anche le scuole e le università, per così dire, arrivano a stento alla loro "terza settimana": Infatti quest'anno abbiamo potuto attivare solo 2 Laboratori che raggiungeranno, tra primo e secondo semestre, al massimo una sessantina di studenti dell'intera Facoltà.
Forse bisognerebbe ritornare ancora sulla notizia riportata dal quotidiano e farsi (o fare) una serie di domande. Probabilmente due pagine intere di quotidiano non riuscirebbero a contenerle tutte. Tuttavia, per chi fosse interessato a capire il grumo di problemi che c'è dietro il fenomeno dell'analfabetismo e dell'illetteratismo italiano, vecchio e nuovo, alcune domande (e relative risposte) sono formulate nel volume a cura di Francesco Erbani, Tullio De Mauro. La cultura degli italiani, Editori Laterza, Roma-Bari, 2004. Sì, confermo: 2004!
Roma, 9 febbraio 2008
Emanuela Piemontese

03 febbraio, 2008

PRESENTIMENTO O PROFEZIA? Firmato: Altan


da "la Repubblica" del 3/2/2008



... una prova che anche otto parole soltanto

del nostro vocabolario di base

possono dire e farci capire tutto!



Roma, 3 febbraio 2008

Emanuela Piemontese